Le prime visite che hanno lasciato tracce nelle Grotte de Niaux risalgono all'inizio del XVII secolo, i muri con diverse centinaia di graffiti di questo periodo.

Durante il XIX secolo, Niaux sarà oggetto di uno sfruttamento turistico in particolare per soddisfare i curisti delle terme di Ussat-les-Bains. Il Salon Noir conteneva quindi molti graffiti che sono stati cancellati di recente, tranne quello di un visitatore del XVII secolo, Ruben de la Vialle, che ha lasciato il suo nome nel 1660 accanto alle opere preistoriche.

Nel 1866, un archeologo dell'Ariège, Félix Garrigou visitò la grotta ma non fu in grado di farlo
interpretare i dipinti.
Il 7 aprile annotò nel suo taccuino "Muri con divertenti disegni di buoi e cavalli" e il 16 giugno "artisti dilettanti che hanno disegnato animali. Perché quel ? ". Come molti archeologi di questo tempo, non fa il collegamento tra gli oggetti magdaleniani incisi con animali e la grotta. L'esistenza dell'arte rupestre preistorica non fu ufficialmente accettata dal mondo scientifico fino al 1902.

Fu solo nel settembre 1906 e nei registri del comandante Molard e dei suoi due figli che fu rivelata l'età dei dipinti nel Salon Noir.

Il comandante e i suoi figli quindi avvertono Emile Cartailhac, professore all'Università di Tolosa e grande preistorico dell'epoca, della loro scoperta. Quest'ultimo autentica i dipinti e intraprende il loro studio con il giovane abate Henri Breuil. Fecero la prima pubblicazione nel 1908 sulla rivista L'Anthropologie.

Nel 1925, Joseph Mandement, curatore della grotta Mas-d'Azil, scoprì nuovi dipinti in una piccola galleria che chiamò Galerie Cartailhac.

Nel 1949, una serie di impronte lasciate da due bambini dai 9 ai 12 anni fu rivelata in un diverticolo.

Vent'anni dopo, dopo aver attraversato un lago e un grande caos di massi crollati, nei ghiaioni del Grand Dome vengono scoperti due straordinari cavalli dell '"abisso di Martel".

La grotta di Niaux ha anche il maggior numero di incisioni sui pavimenti, una tecnica molto rara specifica dei Pirenei.

Presenti sul pavimento del Salon Noir come su quello di altre gallerie, queste incisioni raffigurano bisonti, cavalli, stambecchi e uro ma anche opere più famose come i due salmoni o il “bisonte con cupole” disegnate attorno a buchi naturali. Queste incisioni, particolarmente fragili, non possono essere avvicinate.

La grande scoperta nel 1970 fu quella della Rete Clastres, una galleria lunga oltre un chilometro ...